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Gennaio piovoso, ma la portata dell'Adige si riduce. E falde in crisi

Inizio 2024 non del tutto positivo in base ai dati del bollettino realizzato dal Centro Studi di Anbi Veneto, l'associazione regionale dei consorzi di bonifica. La situazione è simile a quella del gennaio 2022, anno di grande siccità

Precipitazioni nella media del periodo ma concentrate in poche giornate; temperature alte nell'ultima decade con livelli anomali soprattutto in montagna; manto nevoso in fusione e falde che in particolare nel Veronese sono ancora a livelli minimi. L'associazione dei consorzi di bonifica veneti (Anbi Veneto) ha diffuso i dati del bollettino sulla disponibilità di acqua in regione. Un bollettino relativo al mese di gennaio che mostra una situazione simile a quella del gennaio 2022, anno di grande siccità.

Il bollettino è realizzato dal Centro Studi di Anbi Veneto con il supporto tecnico di Radarmeteo. Ed è un documento che raccoglie e presenta in maniera ragionata i dati provenienti da diverse fonti: Radarmeteo, Hypermeteo, Arpav e Autorità di Bacino.

In premessa, il bollettino spiega che la disponibilità dell'acqua in regione è data da diversi fattori, come la piovosità, le portate dei fiumi e gli invasi montani, oltra alle acque sotterranee e alle riserve di neve.

Partendo dalla piovosità, Anbi Veneto ha documentato un mese di gennaio in cui le piogge sono state «complessivamente sopra la media» ma con una «disparità nella distribuzione» ed una concentrazione delle precipitazione «in pochi eventi distanziati l'uno dall'altro». Rispetto alle attese, è piovuto mediamente il 40% in più in Veneto, ma gli eventi si sono concentrati soprattutto nella fascia pedemontana, lasciando più a secco la bassa pianura veneta. È andata dunque bene al bacino idrografico dell'Adige, nel Veronese, dove sono piovuti 87 millimetri di pioggia a gennaio, il 39% in più rispetto alla media del periodo. E anche se è piovuto di più, sono diminuiti i giorni di pioggia, sempre rispetto alla media storica di gennaio.

Tutta questa pioggia, però, non ha migliorato le portate dei fiumi e la presenza di acqua nelle falde. La portata media dell'Adige si è ridotta negli ultimi mesi passando da 489 metri cubi al secondo a 195 metri cubi al secondo. Mentre «le falde sono generalmente in lenta ripresa - si legge nel bollettino - ad eccezione del comprensorio veronese ancora in grave crisi».

Infine, neanche il giudizio sulle risorse di neve è pienamente positivo. «La copertura nevosa al termine del mese di gennaio vede un’annata che si sta riportando faticosamente sulla fascia bassa di un range di normalità - conclude il bollettino di Anbi - La parte iniziale della stagione è stata scarica di risorsa, ovvero di quella neve che a seguito di processi di ricongelamento sarebbe la più duratura all’arrivo della primavera. E la situazione, seppur statisticamente nella media, va monitorata con grande attenzione».

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