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"Prima i bambini veneti" all'asilo: la legge è incostituzionale, bocciata dalla Consulta

La legge del 2017 della Regione puntava a favorire per l'accesso all'asilo nido i figli di famiglie con almeno 15 anni di residenza in Veneto, Salemi: "Ha vinto prima il buon senso"

Il requisito della residenza protratta per 15 anni, richiesto da una legge del 2017 della Regione Veneto, come titolo di precedenza per l'accesso agli asili nido, è incostituzionale. Lo ha deciso la Corte costituzionale, secondo quanto riportato dall'Ansa, stabilendo che la norma contrasta col principio di uguaglianza, poiché introduce un criterio irragionevole per l'attribuzione del beneficio, e con la funzione educativa e socio-assistenziale.

Secondo la Corte, la legge introduce un criterio irragionevole per l'attribuzione del beneficio, non essendovi alcuna «ragionevole correlazione» tra la residenza prolungata in Veneto e le situazioni di bisogno o di disagio. La norma contrasta inoltre con la funzione educativa nei confronti dei bambini dell'asilo nido e con quella socio-assistenziale a vantaggio dei genitori privi dei mezzi economici per pagare l'asilo privato.

Salemi: "Salvi i principi di uguaglianza e la funzione educativa degli asili nido"

«È arrivata l’ennesima bocciatura a Zaia e alla sua Giunta. Ancora una volta invece che "prima i veneti", ha vinto "prima il buon senso"». Così la vice-capogruppo del Pd in Consiglio regionale Orietta Salemi ha commentata a caldo la bocciatura da parte della Consulta della legge regionale che introduceva la residenza di 15 anni in Veneto come criterio di preferenza per l’accesso agli asili nido.

«Per fortuna ci pensa la Corte a salvare il Veneto dall’isolamento in cui Zaia e la Lega vorrebbero relegarlo mettendo in campo strumenti  discutibili e davvero incomprensibili come i criteri per accedere agli asili nido - sottolinea ancora Orietta Salemi -. Quale coppia sceglierebbe mai di venire in Veneto a costruirsi un progetto di vita e di famiglia se poi sa già di sbattere contro un muro, chiamato residenza di 15 anni, anche solo per portare proprio figlio al nido? È questo il welfare che vogliamo garantire contro la fuga di tanti nostri giovani?  È chiaro che in questo modo molti ragazzi e e ragazze fuggono dal Veneto anziché essere attratti dalla nostra regione per le prospettive di vita che questa offre. E tutto questo in un tempo in cui il calo demografico lascia tante culle vuote».

La replica di Zaia: "Accusa di razzismo ingiusta"

Commentando la bocciatura della legge, così si è espresso sempre ai microfoni dell'Ansa il governatore del Veneto Luca Zaia: «Prendiamo atto con rispetto della sentenza della Consulta, - ha dichiarato Zaia - però nella nostra legge non vedo nulla di oltraggioso, ma contenuti di buon senso. Mi dispiace che, troppo spesso, quando si fa qualcosa per la gente che risiede nei territori scatti, quasi in automatico, un'ingiusta accusa di razzismo, perché così non è». 

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