Autobrennero, bilancio 2019 ottimo ma resta l'incognita sulla concessione
La gestione dell'anno scorso ha permesso di staccare dividenti per 35,2 milioni di euro suddivisi tra i vari soci, ma l'autorità garante della concorrenza e del mercato ha chiesto l'affidare della concessione tramite gara
L'assemblea dei soci della A22, Autostrada del Brennero, ha approvato il bilancio 2019 così come proposto dal consiglio di amministrazione della società, che lo aveva deliberato lo scorso 22 maggio. I soci, come comunicato ieri, 24 giugno, da Autobrennero, hanno approvato all'unanimità anche la distribuzione di dividendi per 23 euro ad azione, per un totale di 35,2 milioni di euro su 87,1 milioni di utile.
Nel dettaglio, nell'esercizio 2019 il valore della produzione si è attestato a 401,3 milioni di euro (+4,2 milioni). I costi della produzione sostenuti nel 2019 hanno raggiunto il valore di 303,6 milioni, contro i 313,2 milioni del 2018 (-9,6 milioni). Il risultato operativo, pari a 97,7 milioni di euro, segna un incremento di circa 13,8 milioni rispetto all'anno precedente. Positivo, anche nel 2019, l'apporto della gestione finanziaria, che con 17,7 milioni vede il proprio contributo incrementare di 3,1 milioni rispetto all'anno precedente. L’utile di esercizio del 2019, al netto di imposte per 30 milioni, raggiunge il record storico di 87,1 milioni, con un incremento di 18,9 milioni rispetto all'anno precedente.
Autostrada del Brennero ha continuato a fare la propria parte anche nel 2019 investendo 20,1 milioni in sovrappassi, vie di fuga, innovazioni gestionali e altri interventi. Assai significativo, come d’abitudine, l'investimento per le attività di manutenzione: 47,4 milioni spesi in cura del manto stradale, impianti, segnaletica, sicurvia, gallerie, opere d’arte, cura del verde e altre attività.
E se il bilancio 2019 è pieno di conferme positive e certezze, continua ad essere un'incognita la concessione autostradale. Un'incognita che fa traballare il piano per gli investimenti futuri. Tecnicamente la concessione della gestione della A22 ad Autobrennero è scaduta nel 2014 e prorogata fino alla fine di questo mese giugno. Da una parte, dunque, la società sta lavorando per ottenere un'altra proroga, sfruttando anche le opportunità offerte dal piano post-coronavirus, mentre i soci pubblici cercheranno di premere affinché non ci sia una gara europea, ma che la gestione della A22 sia riaffidata ad Autobrennero per trent'anni.
Una missione non facile, perché l'autorità garante della concorrenza e del mercato ha chiesto al Parlamento di affidare la concessione autostradale della A22 attraverso una gara, come riferito dal senatore veronese del Partito Democratico Vincenzo D'Arienzo. La concessione senza gara sarebbe possibile solo se la società di gestione fosse interamente partecipata da amministrazioni pubbliche. I soci pubblici dovrebbero dunque comprare le quote degli attuali soci privati, ma al momento non è stato fatto. Autobrennero continua ad essere una società con soci pubblici e privati e questo ritardo ha consentito all'autorità garante di chiedere il rinnovo della concessione con una gara, per rispettare i principi di concorrenza nelle modalità di affidamento. «Per Verona è una brutta tegola - ha commentato D'Arienzo - Gli interventi infrastrutturali sull'A22 per i veronesi comprendeva la terza corsia tra Verona e Modena e la terza corsia dinamica Bolzano Sud-Verona; le barriere antirumore; le aree di servizio ad Affi e Povegliano; oltre ai contributi al Comune di Verona ed alla Provincia per opere esterne all'asse autostradale, ad esempio il finanziamento per la mediana provinciale da Nogarole Rocca a Isola della Scala. Se la concessione andrà in gara, avremo gli stessi benefici?».