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Ciclabile subacquea gardesana, l'ing. Arianna Minoretti: «La tecnologia oggi è matura»

Arianna Minoretti lavora da anni in Norvegia per il "Norwegian Public Roads Administration" dove ha il compito di realizzare l'avveniristico progetto del "Ponte di Archimede"

«Per il momento è soltanto un sogno, domani chissà: un tunnel subacqueo per rendere accessibile, a piedi o in bicicletta, l’isola del Trimelone». A confermare la notizia già divulgata negli scorsi giorni è stata persino l'eurodeputata di Forza Italia Lara Comi, originaria di Garbagnate Milanese e che ha voluto rendere pubblicamente omaggio alla comasca Arianna Minoretti, l'ingegnere grazie alla quale potrebbe un domani, chissà, realizzarsi un sogno: «Il progetto della ciclabile subacquea gardesana è stato presentato, a grandi linee, dall'ingegnere Arianna Minoretti che, per conto del Norwegian Public Roads Administration (NPRA) ha il compito di realizzare il "Ponte di Archimede"».

Quest'ultimo, il cosiddetto "Ponte di Archimede", è un avveniristico ponte tubolare sommerso galleggiante, proposto per alcuni attraversamenti lungo la E39, la strada europea che corre lungo la costa ovest della Norvegia. «Questa grande opera passerà di certo alla storia, - ha commentato sempre l'eurodeputata Lara Comi - un tunnel sotterraneo che collegherà i fiordi per alleggerire il traffico marittimo del lato occidentale della Norvegia». 

Arianna Minoretti è una 39enne comasca, ingegnere civile che da anni lavora per conto del Norwegian Public Roads Administration (NPRA), l'ente governativo norvegese competente. Ed è stata proprio lei, alcuni giorni fa a Riva del Garda, a spiegare come la possibilità di realizzare una pista ciclabile subacquea anche nel lago di Garda sia concreta: «In Norvegia, per quel che riguarda i fiordi, - aveva spiegato l'ingegnere Arianna Minoretti - si ragiona sul calcestruzzo per la realizzazione di strutture che devono essere in grado di superare anche l’eventuale impatto con un sottomarino. Per il Garda, invece, è possibile ipotizzare altre dimensioni e altre profondità, dunque si potrebbe valutare quale materiale anche il vetro».

Insomma, per la Minoretti la possibilità che il lago di Garda ospiti la prima pista ciclabile subacquea del mondo è tutt'altro che irrealistica: «La tecnologia è matura e i costi eventuali per realizzare uno studio di fattibilità non sarebbero eccessivi». Resta però uno scoglio da affrontare: «Oltre a ciò ci sarà bisogno di amministrazioni lungimiranti», ha aggiunto l'ing. Arianna Minoretti che, lo si è detto, in materia di pubblica amministrazione è abituata agli standard norvegesi.

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