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Attualità Borgo Trento / Piazzale Aristide Stefani

Anche Verona celebra la Giornata mondiale della vista: «Patologie oculari in aumento, dopo i 40 una visita ogni due anni»

«La prima prevenzione - ha spiegato il direttore generale dell'Aoui Callisto Marco Bravi - va fatta con il proprio medico di medicina generale e con gli oculisti del Sistema sanitario nazionale del territorio delle Ulss»

«Le patologie oculari si possono prevenire o contenere». È anche per questo motivo che, ogni anno il secondo giovedì di ottobre, OMS e Agenzia Internazionale per la Prevenzione della Cecità (IAPB) promuovono la "Gionata mondiale della vista", con lo scopo di richiamare l'attenzione sul tema. Quest’anno il focus è sulla salute dell’occhio nei luoghi di lavoro per prevenire le malattie.

Le precauzioni

Sono due gli appelli che vengono lanciati da Aoui Verona in occasione della Gionata mondiale, uno per gli adulti e uno per i bambini. «Per preservare la vista durante il lavoro è fondamentale utilizzare dispositivi di protezione oculare per l’infortunistica (nel caso di lavori manuali), mentre è altrettanto importante fare intervalli periodici di "riposo" degli occhi per chi lavora al videoterminale. Il computer è particolarmente stancante per la vista - sottolineano all'Aoui - però bastano interruzioni di 5 minuti ogni due ore. Nel caso dei bambini, l’OMS stabilisce per l’età pediatrica il tempo massimo di un’ora al giorno per l’utilizzo di device luminosi vicini all’occhio (cellulari e tablet) perché possono aumentare il rischio di miopia».

La prevenzione

È la parola chiave per tutte le malattie oculari, enfatizzata in occasione della Gionata mondiale. «Per i bambini, - sottolineano dall'Aoui - il primo screening viene fatto dal pediatra di libera scelta, attraverso il cosiddetto test del riflesso rosso che va ad escludere la presenza di cataratta congenita o di patologie retiniche. I pediatri fanno i regolari controlli con i bilanci di salute periodici ed eventualmente inviano alla visita specialistica ospedalieri i pazienti con sospette patologie oculari congenite o ereditarie».

Per gli adulti, la prevenzione consigliata è «una visita oculistica ogni due anni dopo i 40 anni soprattutto per il rischio di glaucoma, una malattia asintomatica che se non diagnosticata può portare alla cecità nel giro di 15/20 anni.» In generale, evidenziano ancora dall'Aoui Verona, si stima che ci sia stato «un incremento delle miopie dovute al Covid per effetto della vita totalmente al chiuso». 

Da sinistra Bravi, Gusson e Marchini : foto ufficio stampa Aoui Verona

UOC Oculistica

Diretta dal professor Giorgio Marchini, l’Unità operativa Aoui è una realtà specialistica di 2° e 3° livello con una equipe di 14 oculisti specializzati nei singoli settori. «Il prof Marchini - ricorda una nota dell'Aoui Verona - è il chirurgo con maggior fama nazionale per la chirurgia del glaucoma, ma il reparto da lui diretto ha all’attivo numerosi campi di intervento di alta professionalità. È Centro di riferimento nazionale per i trapianti corneali e utilizzo di cellule staminali limbari e Centro di riferimento nazionale per le tecniche chirurgiche del glaucoma. Fra i trattamenti di alta specializzazione ci sono anche la chirurgia retinica e le patologie retiniche come la retinopatia diabetica o la degenerazione maculare, che hanno un trend di incidenza in aumento tale da diventare sempre più un elemento di "sanità sociale"».

Solo a Verona e provincia, secondo ciò che riferiscono dall'Aoui, si stima che siano «10 mila i diabetici che nel 6% dei casi sviluppano retinopatie e che ogni due anni devono fare l’esame del fondo dell’occhio». In generale, il reparto di Borgo Roma fa «7.000 interventi l’anno, fra cui 3.500 cataratte, 400 glaucomi e circa 120 trapianti di cornea o parti malate della cornea». A Borgo Trento, Ospedale della donna e del bambino, è attiva l’Unità che è Centro di riferimento regionale per l’oftalmologia pediatrica e la retinopatia del prematuro. Qui vengono visitati «6.500 bambini l’anno, alcuni affetti da patologie rare, come la cataratta congenita, la patologia del nervo ottico, la retinopatia del prematuro, malattia molto rara ma di una gravità estrema se non trattata».

Bravi: «Allo studio investimenti in telemedicina, fino all’utilizzo dell’Intelligenza artificiale»

Durante la conferenza stampa di martedì erano presenti il dott. Callisto Marco Bravi (direttore generale dell'Aoui), il prof. Giorgio Marchini (direttore UOC Oculistica) e la dott.ssa Elena Gusson (responsabile servizio oftalmologia pediatrica). Il dg Callisto Bravi ha dichiarato: «La prima prevenzione va fatta con il proprio medico di medicina generale e con gli oculisti del SSN del territorio delle Ulss. L’azienda ospedaliera assolve ad un’altra funzione, quella del reparto di eccellenza chirurgica e ad alta specializzazione. Pensiamo ad esempio a tutta l'attività della maculopatia degenerativa che, in alcuni casi, è seguita mediante le cosiddette iniezioni intravitreali per prevenire questa degenerazione, oppure alle cataratte sempre più in aumento e legate all’invecchiamento della popolazione. A questo si aggiunge l’intensa attività chirurgica specialistica per pazienti che hanno avuto la valutazione preliminare dagli oculisti del territorio. Lo stesso meccanismo vale per i bambini con patologie per le quali serve una grossa specializzazione, non è che tutti I bambini devono fare una visita da noi. Le nostre strutture sono chiamate a dare una risposta a chi soffre di disturbi importanti. Per far fronte a tutte queste sfide sono allo studio investimenti in telemedicina, fino all’utilizzo dell’Intelligenza artificiale, che ci potranno permettere di soddisfare ancora più pazienti».

Il professor Marchini ha quindi aggiunto: «Noi siamo centro di secondo e terzo livello per la cura di malattie importanti: cornea, retina, glaucoma e cataratta. Mentre la cataratta è emendabile, le altre tre patologie possono dare situazioni così gravi che se non vengono risolte in tempo possono comportare la perdita della vista. Anche per le patologie oculari rare dei bambini. Siamo molto attivi anche nella ricerca, abbiamo applicato cellule staminali per la ricostruzione della superficie dell'occhio e programmi di ricerca per le coree artificiali. Insomma, facciamo cose che altri non fanno. Noi interveniamo con la nostra equipe specialistica a migliorare o risolvere, dopo che la prevenzione ha individuato un disturbo, per questo è importante l’appello della Gionata mondiale perché si stima che un miliardo di persone nel mondo abbiamo problemi di vista».

A sua volta, la dott.ssa Gusson ha sottolineato «Alla visita dei tre anni, il pediatra decide se mandarci il paziente per una valutazione più approfondita. C’è uno screening a monte che ci permette di occuparci dei pazienti più complessi. Il test del riflesso rosso, per esempio, è un test eseguito anche dai pediatri che permette di escludere alcune patologie gravi quali, la cataratta congenita o anche il retinoblastoma che essendo un tumore di età pediatrica raro».

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