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Anci Veneto: «Dal fondo di solidarietà meno 8 milioni per i nostri comuni»

Cambiati i criteri di suddivisione del fondo. Nel Veronese, 64 comuni su 98 avranno un differenza negativa tra il 2019 e il 2020. Tra questi c'è Verona a cui verrebbero a mancare più di 2 milioni di euro

Una modifica «penalizzante per i comuni del Veneto», come l'ha definita l'Anci regionale, l'associazione che rappresenta le amministrazioni comunali venete. Il cambiamento riguarda il criterio per la suddivisione in questo 2020 del Fondo di Solidarietà Comunale, ovvero quel fondo con cui si cerca di riequlibrare i bilanci dei comuni italiani. Un fondo che, in linea di principio, nessuno contesta. Ciò che invece l'Anci Veneto critica è il nuovo metodo con cui si stabilisce la suddivisione del fondo. «I comuni del Veneto, complessivamente, subiranno una riduzione del fondo pari a 7.782.958,70 euro - scrive l'Anci regionale - E 418 comuni su 563 hanno un saldo negativo rispetto al 2019. Tale riduzione di risorse crea particolari problemi in molti comuni, soprattutto perché impone una verifica e variazione dei bilanci di previsione per il 2020 da pochi giorni approvati dai consigli comunali. E i nuovi criteri recano vantaggio, ad esempio, al Comune di Roma che registra un incremento del fondo pari a 13.157.227 euro».

Ciò che l'Anci Veneto ha denunciato è ben visibile nella tabella prodotta dalla stessa associazione, in cui si possono notare le differenze tra quanto i comuni hanno ricevuto nel 2019 e quanto dovrebbero ricevere nel 2020.
I 98 comuni veronesi sono in fondo a questa tabella e tra di loro solo 34 hanno una differenza positiva tra l'anno scorso e quest'anno. Il più fortunato è Pescantina che dovrebbe ricevere circa 88mila euro in più dal fondo di solidarietà comunale. Sono però 64 i comuni veronesi che hanno una differenza negativa e il più sfortunato di tutti è il Comune di Verona, a cui verrebbero a mancare più di 2 milioni di euro. Sarebbe il capoluogo di provincia veneto con il saldo peggiore.

Un allarme, quello dell'Anci Veneto, raccolto anche dalla politica. La senatrice veneta Daniela Sbrollini ha dichiarato: «È giusto riconoscere più autonomia ai territori ma mi piacerebbe che avessero più autonomia i sindaci. Purtroppo che autonomia è se si tagliano i fondi? Bisogna concentrarsi di più sulle risorse a disposizione dei comuni. Senza soldi i comuni devono ridurre i servizi. Detto questo anche l'autonomia perde di significato». Mentre l'assessore regionale Elena Donazzan attacca il governo: «PD e 5 Stelle hanno abbandonato i nostri primi cittadini, che si vedono privare di risorse meritate a favore di chi in passato ha prediletto una gestione allegra della finanza pubblica: passa così un messaggio devastante, che sperperare paga ed essere virtuosi invece no. Le nostre Amministrazioni comunali sono la prima linea della buona politica: non si può cambiare loro le regole in corsa, quando i bilanci sono già stati approvati. Questo governo si dimostra ancora una volta incapace di ascoltare amministrazioni locali e imprese, che necessitano di una programmazione sul lungo periodo e di certezze».

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