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Salva l'Alta Val Borago: «È stato raggiunto il massimo risultato possibile»

Banca Intesa Sanpaolo ha rilevato il terreno con lo scopo di metterlo a disposizione delle comunità di Verona e Negrar: l'area garantisce la sopravvivenza di alcune rare specie vegetali e animali

L’area boschiva dell’Alta Val Borago è finalmente salva. L'annuncio arriva dal Comune di Verona il quale riferisce che mercoledì, nell'asta di vendita degli oltre 38 ettari della vecchia proprietà, oggi in fallimento, è intervenuta direttamente Banca Intesa Sanpaolo rilevando il terreno con lo scopo di metterlo a disposizione delle comunità cittadina e di Negrar, preservandone tutti gli aspetti naturalistici. Si tratta, infatti, di un patrimonio verde di straordinario valore, che garantisce la sopravvivenza di alcune rare specie vegetali e animali tipiche del nostro territorio. Un ampio terreno boschivo, a nord ovest della Zona speciale di Conservazione Borago-Galina, fra i Comuni di Negrar e Verona, da tempo a rischio di trasformazione ad uso agricolo, per la realizzazione di vigneti.

In sua difesa, oltre all’associazione Il Carpino, fondata nel 2007 proprio per valorizzare il patrimonio dell’area collinare ai margini della città, si sono schierate tutte le istituzioni territoriali e nazionali più importanti. Un aiuto concreto giunto dai Comuni di Negrar e Verona, Ministero dell’Ambiente e Prefettura che, con un’azione coordinata, si sono fatti interlocutori di Banca Intesa Sanpaolo affinché l'area restasse in mano pubblica.

Da parte dell’associazione Il Carpino, attraverso una raccolta fondi che ha raggiunto le mille donazioni, in favore della Val Borago sono stati raccolti oltre 170 mila euro. Risorse non più necessarie all'acquisto che, attraverso l’associazione, saranno ora investite per la valorizzazione dell’area e la realizzazione di percorsi guidati.

L’importante successo è stato annunciato mercoledì dal sindaco di Verona Federico Sboarina insieme al sindaco di Negrar Roberto Grison. Presenti l’assessore all’Ambiente Ilaria Segala e il presidente dell'associazione Il Carpino Mario Spezia.

«È stato raggiunto il massimo risultato possibile – dichiara Sboarina – e la Val Borago resta pubblica. Non era una soluzione scontata. L’obiettivo era di salvare un sito naturalistico stupendo, che rischiava di andar perso. Questa straordinaria conclusione è quanto tutti auspicavano ma che non era così semplice da ottenere. È stato un lavoro di collaborazione congiunto, per cui dobbiamo oggi ringraziare Banca Intesa Sanpaolo, Prefetto e Ministro all’Ambiente. Ora si può guardare al futuro, iniziando a programmare i prossimi interventi da realizzare. Le priorità sono la tutela e la valorizzazione, si tratta di un'area protetta e, come dimostrano i recenti allagamenti a Parona, le colline attorno alla città vanno mantenute in salute e non trasformate».

«La sinergia tra i vari enti locali e le realtà del territorio – precisa Grison – ha portato alla realizzazione di questo importante successo. In un momento di forte difficoltà per le nostre comunità a causa della pandemia, questa è una bella notizia che ci rinfranca. È stato salvato un sito naturalistico di particolare importanza per il nostro territorio, amato dalle da tanti cittadini».

«Un successo – spiega Segala – che dimostra quanto i cittadini abbiano a cuore le problematiche di carattere ambientale e quanto, attraverso la collaborazione di tutti, si possa effettivamente realizzare per la salvaguardia di questo importante bene comune. Con la tutela della Val Borago, al cui interno passa un tratto del Sentiero Europeo E5, si è tutelata la biodiversità del luogo, che sarebbe stata distrutta con la realizzazione del vigneto. L’obiettivo è ora quello di valorizzare al meglio, dal punto di vista culturale e turistico, questa area straordinaria del nostro territorio».

«Adesso è il momento di festeggiare – dichiara Spezia -. Desidero ringraziare quanti, nelle diverse competenze, si sono impegnati in difesa della Val Borago. In particolare, tutte le mille persone che, con il loro supporto economico, hanno donato all'associazione 170 mila euro per la salvaguardia del sito».

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