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Attualità Dolcè / Strada Provinciale 57

Acque Veronesi sale in quota per potenziare l'acquedotto della Lessinia

La nuova linea collegherà il campo pozzi di Peri che si trova a quota 120 metri sul livello del mare, al serbatoio in località Michelazzi, nel comune di Sant'Anna d'Alfaedo

«È un intervento molto particolare, di non facile realizzazione dal punto di vista tecnico perché lavorare in montagna presenta delle complessità, ma siamo molto soddisfatti perché consegneremo al territorio della Lessinia un'opera attesa da anni che andrà a risolvere criticità importanti in termini di qualità e di affidabilità del servizio». Inquadra così il presidente di Acque Veronesi Roberto Mantovanelli la realizzazione del progetto Peri-Michelazzi-Corno, per il potenziamento dell'acquedotto che interesserà una consistente parte della montagna veronese.
«L'importanza dell'intervento - ha precisato Mantovanelli - deriva dal fatto che la Lessinia dispone di una quantità di risorsa idrica naturale molto limitata e l'acqua viene oggi integrata attraverso i campi pozzi della val d'Adige e di Verona. Nei periodi estivi, quando è più forte il problema della siccità, l'alimentazione dei serbatoi in quota ha spesso bisogno dell'attivazione di servizi di emergenza tramite autobotti e questo è causa di disagi sia per i residenti che per le attività produttive. Con questo nuovo acquedotto saremo in grado di ridurre sensibilmente queste criticità».

La nuova linea di acquedotto collegherà il campo pozzi di Peri che si trova a quota 120 metri sul livello del mare, al serbatoio in località Michelazzi, nel comune di Sant'Anna d'Alfaedo, che si trova circa a quota mille. Il superamento del dislivello in salita, superiore agli 800 metri, sarà possibile grazie all'impianto di rilancio intermedio che si trova in località Col Dosson, a 538 metri d'altezza.
L'intervento, che prevede un investimento di 2,8 milioni di euro, avrà un'estensione complessiva di quasi quattro chilometri e sarà costituito da tre tratte specifiche. La prima, da 400 metri, collegherà il campo pozzi di Peri alla provinciale 57 (la Peri-Fosse) attraverso un tracciato orizzontale caratterizzato dalla necessità di attraversare la linea ferroviaria del Brennero e la Statale 12. Il secondo, da un chilometro e mezzo, collegherà il precedente tratto all'impianto intermedio di Col Dosson. Il tratto finale, di due chilometri, sarà quello che dall'impianto di rilancio collegherà al serbatoio di Michelazzi. In progetto anche la parziale realizzazione di una nuova linea di acquedotto verso il serbatoio già esistente del Corno d’Aquilio oltre ad altri ammodernamenti degli impianti di sollevamento di Peri e Col Dosson.

Il progetto, pensato negli uffici tecnici di Acque Veronesi, prevede la posa di una seconda linea di acquedotto a supporto dell'esistente condotta in acciaio realizzata oltre cinquant'anni fa, che potrebbe evidentemente avere la necessità di manutenzioni o sostituzioni di diversi tratti, con il rischio potenzialmente elevato di interruzione del servizio dell'acqua potabile in più comuni del territorio. La nuova condotta posata da Acque Veronesi sarà sempre in acciaio ma con un diametro superiore rispetto alla precedente. Ciò consentirà un incremento del 56% della sezione di passaggio dell’acqua e porterà ad un doppio vantaggio: da una parte un significativo risparmio energetico e dall'altra un importante aumento della portata resa possibile dal nuovo pozzo realizzato sempre da Acque Veronesi lo scorso anno alla centrale di Peri.

In termini di modalità operative un intervento molto complesso - hanno ribadito Mantovanelli e il direttore operativo Umberto Anti - Siamo in presenza di zone rocciose con pendenze elevatissime e con tratti pressochè verticali. Tutto questo rende estremamente difficoltoso il lavoro di uomini e mezzi, e rende più che mai necessaria l'attenzione alla sicurezza dei lavoratori. Considerate che il piano di sicurezza prevede che sia gli escavatori per la posa della condotta in acciaio sia le gru che trasporteranno le stesse nel punto di posa, dovranno essere ancorate con funi d'acciaio”.

«Ringraziamo Acque Veronesi per il percorso intrapreso in questi anni nell'andare a risolvere pian piano importanti criticità per il futuro della nostra gente e della nostra montagna - ha dichiarato il sindaco di Sant'Anna d'Alfaedo Raffaello Campostrini - L'acquedotto tra la frazione di Peri in Val d’Adige e il serbatoio di Michelazzi nella frazione di Fosse, iniziato nel 1958 e terminato nei primi anni '60, è stata un'opera di straordinaria importanza per lo sviluppo socio economico di una vasta area della nostra montagna. La Lessinia, da sempre povera di sorgenti e approvvigionamenti d'acqua potabile conobbe in quel periodo un progresso e un miglioramento delle condizioni di vita inimmaginabile fino a poco tempo prima».
Nel 2017 a Sant'Anna sono stati realizzati altri interventi per oltre un milione di euro per il rifacimento e il potenziamento delle condotte dell'acqua potabile e per il potenziamento del serbatoio di Michelazzi.

Grande soddisfazione per la realizzazione dell'opera è stata espressa anche da Massimiliano Adamoli, sindaco di Dolcè, che ha ricordato l'importanza di interventi a contrasto dello spopolamento delle zone montane.

Per il futuro, Acque Veronesi sta valutando l'inserimento di un nuovo collegamento tra l'acquedotto della val d'Illasi e il serbatoio di Velo Veronese, in sinergia con il Consiglio di Bacino e i comuni del territorio. L'intervento, da attivare solo in caso di carenza idrica, riguarderebbe l'area fortemente critica all'estremità orientale della Lessinia.

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