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Attualità Porto San Pancrazio / Lungadige Galtarossa, 11

Smaltimento rifiuti. Acciaieria di Verona si rivolge al Tar contro la Provincia

La società ha deciso di impugnare la nota del Servizio valutazione impatto ambientale. Bertucco: «Solo la Provincia si è messa di traverso a questo folle progetto che promette di peggiorare del 60% le emissioni prodotte dall’acciaieria»

Si affronteranno davanti al Tar, Provincia e Acciaieria di Verona, dopo che quest'ultima ha deciso di impugnare la nota del Servizio valutazione impatto ambientale, che lo scorso mese di agosto ha archiviato la richiesta di avviare all'interno degli stabilimenti di lungadige Galtarossa, l'attività di trattamento e smaltimento di materiali ferrosi.
Michele Bertucco, consigliere comunale di Verona e Sinistra in Comune, ha seguito la vicenda e spiega: 

Le acciaierie Pittini hanno in programma di bruciare nei loro altiforni 160 mila tonnellate all’anno di rifiuti non pericolosi, più precisamente rottami. Una quantità di materiale paragonabile a quella che doveva bruciare Cà del Bue (500 tonnellate al giorno, circa 180 mila all’anno).

Solo la Provincia di Verona si è messa di traverso a questo folle progetto che promette di peggiorare del 60% le emissioni prodotte dall’acciaieria. E ora dovrà difendersi al Tar su ricorso presentato dalle acciareie. Il Comune – incredibile ma vero – si è accontento di sapere che i rifiuti metallici arriveranno con mezzo sostenibile: il treno. Ma ci fanno o ci sono?

La Provincia afferma che la proposta è “improcedibile” in quanto in contrasto con l’articolo 49 del Piano d’Area Quadrante Europa che non prevede l’apertura di nuovi impianti di smaltimento di rifiuti sul nostro territorio. Pittini invece gioca sulla definizione ambigua e border line di “rottame”, che non sarebbe precisamente un rifiuto, e tirando i capelli al concetto di economia circolare.

Certe e indubitabili sono invece le conseguenze sulla qualità dell’aria: lo studio commissionato dall’azienda ammette che “le modifiche comportano un aumento nella diffusione degli inquinanti, che nei valori massimi appare più marcato nelle medie giornaliere (+60% circa) che nelle medie annuali (+20% circa) e nelle deposizioni (+40% circa)”.

Incredibilmente però i tecnici considerano questo peggioramento poco rilevante dal momento che la qualità dell’aria in città è già pessima. Ecco le loro parole: “Nonostante l’aumento ipotizzato per le emissioni emesse da Acciaierie di Verona S.p.A., tale aumento deve essere messo in relazione con gli standard di qualità dell’aria, per cui è evidente come tale aumento incida in modo poco rilevante sulla qualità dell’aria: maggior contributo del 2% sui valori limite giornalieri, dello 0,2% sui valori limite annuali e dello 0,03% sui valori di riferimento per le deposizioni”.

Altra perla contenuta nella progetta riguarda la selezione del rifiuto da bruciare che “avverrà sostanzialmente tramite verifica visiva”.

Tutto è partito dalla richiesta di Pittini si sottoporre il progetto a verifica di assoggettabilità a Via. La Provincia aveva archiviato tutto senza nemmeno rispondere a quella che è una vera e propria proposta indecente. Per risposta Pittini è ricorsa al Tar.

È ora che anche il Comune si svegli correggendo il parere del dirigente all’Ambiente e tutelando la salute dei suoi cittadini.

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