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Mercoledì, 24 Aprile 2024
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Rete 5G «ai nastri di partenza. Serve valutare effetti su persone e territorio»

Sono i consiglieri comunali del Partito Democratico di Verona, Federico Benini, Elisa La Paglia e Stefano Vallani, ad intervenire sulla sperimentazione annunciata nel mese di marzo da Palazzo Barbieri

Annunciata in pompa magna a fine del marzo scorso sull’onda della retorica, trita e ritrita, della smart-city, la sperimentazione del 5g a Verona è di fatto ancora ai nastri di partenza: alla specifica richiesta del capogruppo Pd Federico Benini, la direzione Informatica del Comune di Verona fa presente che “non esiste alcuna documentazione né atto amministrativo riguardante il 5g sul territorio comunale". Quindi la smart city è ferma.

Inizia così la nota diffusa del Partito Democratico di Verona, firmata dai consiglieri Federico Benini, Elisa La Paglia e Stefano Vallani, che chiedono pareri professionali su come la nuova tecnologia potrebbe influire sull'organismo delle persone e sul territorio. 

Per una volta le promesse a vuoto dell’amministrazione Sboarina tornano utili alla popolazione veronese che, come sottolineato di recente dai Medici per l’Ambiente di Isde, non sa ancora cosa aspettarsi dalla nuova tipologia di antenne sul territorio. Ad oggi, infatti, non sono ancora note le possibili conseguenze di queste microonde (dai 3 ai 300 GHz) sull’organismo umano. Sboarina e Agsm hanno sottoscritto con Tim un protocollo di intesa senza interpellare nessun altro e senza dare alcun tipo di informazione alla popolazione. Di fatto, grazie a Sboarina, Verona funzionerà da cavia in questo settore. E per ironia della sorte, a differenza delle altre città, individuate (e un po’ costrette) dal ministero, Sboarina ci ha pure offerti come volontari.

L’ultima grossa vertenza territoriale l’abbiamo avuta una decina di anni fa con la proliferazione di antenne radiomobili del 3g e del 4g che operavano su frequenze sensibilmente minori (dai 0,8 GHz ai 2,6 GHz). Dato l’aumento esponenziale della frequenza di funzionamento è facile aspettarsi un'ulteriore moltiplicazione di antenne sul territorio, antenne che si annunciano più piccole ma di cui non è ancora noto il numero e soprattutto le emissioni.

Chiediamo pertanto una commissione dove chiarire, alla presenza di esperti e tecnici, tutti gli aspetti relativi alla preservazione del territorio e alla salute dei cittadini. Quanto alla smart city, Sboarina sta portando avanti il vecchio modello di Enrico Corsi per cui è smart tutto ciò che promette di fluidificare il traffico quando invece dovrebbe essere l’esatto contrario: intelligente, smart, è ridurre e trasformare in senso sostenibile il traffico. A questo proposito, purtroppo, la città aspetta da 30 anni un mezzo di trasporto pubblico di massa, il prosieguo della politica delle pedonalizzazione, il completamento della rete di piste ciclabili e interventi viabilistici diretti a rendere più vivibili e meno congestionati i quartieri.

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